A presentare l’appuntamento più importante della stagione una giocatrice che di Mondiali se ne intende: Paola Cardullo, assoluta protagonista della storia del volley italiano, campionessa del mondo nel 2002 in Germania e ora pronta a tornare in campo dopo una lunga assenza per infortunio, questa volta con la maglia della L-J Modena. “Giocare i Mondiali è un’esperienza indescrivibile – racconta la campionessa di Omegna, che ha preso parte anche alle successive edizioni della kermesse nel 2006 e nel 2010 – anche solo poter partecipare è un grande traguardo per un’atleta. Quando poi si vince… be’, è difficile spiegarlo a parole: è un’emozione che ripaga di tutti gli sforzi e il lavoro svolto fino a quel momento, è l’obiettivo di un’intera carriera. Arrivare secondi o terzi, al di là delle frasi di circostanza, non è la stessa cosa”.
Quella del 2014 sarà, in oltre sessant’anni di storia, la prima edizione dei Mondiali giocata in Italia: “Spero in un grande seguito di pubblico – dice Cardullo – e sono certa che i tifosi non ci deluderanno, vista la passione per la pallavolo che abbiamo nel nostro paese. Il fattore campo potrà dare una mano alla nazionale, anche se sono convinta che a livello mondiale ci siano squadre di livello davvero alto, e ribaltare i valori tecnici non sarà facile”.
La fase finale dei Campionati Mondiali si giocherà interamente al Mediolanum Forum di Assago, un impianto che il libero conosce bene: vi si è disputata, tra l’altro, la finale scudetto del 2011 tra Villa Cortese e Bergamo, di cui Paola fu una delle protagoniste. “Dal punto di vista dell’ambiente le partite giocate a Milano restano le più belle della mia vita: mai vista tanta gente per la pallavolo, mai sentito tanto sostegno. Non è solo una questione di numero di spettatori, ma anche del loro modo di partecipare e supportare le giocatrici con applausi e cori: in quei momenti il pubblico può davvero dare una gran mano”.
Inevitabile, anche per Paola, sognare di rivivere quelle straordinarie emozioni e tornare a vestire la maglia azzurra in tempo per i Mondiali 2014: “La speranza c’è – ammette la giocatrice piemontese – ma dovranno essere l’allenatore e lo staff della nazionale a decidere, e da parte mia dovrò valutare come reagirà la mia caviglia a un anno di attività intensa. Per adesso non c’è nessun problema, sto lavorando molto e mi sento benissimo; ma non voglio guardare troppo avanti, se non altro per scaramanzia!”.